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Soggiorno - il paesaggio dalla finestra | Passeggiando tra i ricordi nei dintorni di Rivoli

Per cercare un senso a questo nuovo spazio e a questo nuovo tempo di crisi, in attesa di un ritorno alla possibilità di viaggiare, camminare, esplorare nuovi percorsi e territori, l’invito che noi di Paesaggiopiemonte avanziamo è quello di attraversare una serie di “stanze”, per andare insieme alla scoperta di paesaggi virtuali che ci allontanino dalla contingenza dell’emergenza e aprano spiragli di speranza e di prospettive future.

 

In questi giorni in cui abbiamo molto più tempo del solito per riflettere, si ravviva la nostra capacità di osservare anche ciò che è consueto.

Ci accorgiamo così di come è cambiato il paesaggio: non quello fisico – per fortuna, quello è ancora lì, più o meno accattivante, più o meno modificato dall’uomo – ma… sorpresa! Non vediamo quasi nessuno in giro! Per me, nato durante il boom economico dei mitici anni Sessanta del secolo scorso, è quasi incredibile vedere le strade della mia città così vuote, senza auto, moto, persone che passeggiano, bambini che giocano nel parco vicino, nonni sulla panchina a prendere il sole, immersi nei loro ricordi.

C’è un silenzio che non conoscevo. Così il pensiero imbocca strade diverse e ricerca stimoli visivi per reagire a questa insolita quiete, andando a contemplare le cime e le vallate che circondano la mia finestra, verso nord, e le colline dell’anfiteatro morenico di Rivoli a ovest. In questo momento di calma forzatamente ritrovata, senza uscire di casa, riesco a ricavare un po’ di conforto nello scoprire che la primavera sta avanzando a grandi passi, anche se in questi giorni pare inverno a fine marzo, e ogni mattina vedo nuovi colori intorno a me.

Il verde chiaro delle foglie dei tigli lungo il viale, il bianco di alcune magnolie nei giardini, il rosso dei faggi nel parco di una villa signorile a ridosso del rilievo del Castello di Rivoli e il filare di pioppi cipressini che porta alla villa, che sta riacquistando pian piano le sue tonalità.

Sulla collina, si staglia il severo profilo del Castello, che dalla prospettiva del mio balcone appare protendersi con la sua facciata principale verso Torino e verso la più lontana collina di Superga, con la quale si relaziona – visivamente e anche fisicamente – grazie al lungo rettifilo di Corso Francia.

WEB Foto 2 Filare pioppi e castello dalla mia finestra

Il castello di Rivoli dalla finestra

Il pensiero mi sta portando, in questa passeggiata ideale, a riconsiderare non solo le visuali, ma anche le sensazioni che provo quando percorro le strade vicino a casa: dalle viuzze che si stringono sempre di più man mano che lascio i quartieri residenziali dove abito e che salgono verso Via Piol, il cuore della città storica di Rivoli, che si snoda leggermente curva lungo il crinale sul quale è sorto anche il Castello, che mi appare dopo una breve salita, quasi all’improvviso, con la sua mole e la sua architettura austera.

Raggiunto il grande piazzale semicircolare, dopo aver ammirato alcune dimore signorili ben conservate poste strategicamente all’ombra del Castello, quasi a voler rivendicare la loro appartenenza aulica, ecco che mi trovo su un belvedere unico e privilegiato che si apre sull’intera città di Torino e oltre, a est e a ovest verso le pianure piemontesi circondate dal netto profilo delle Alpi, che trovano nella vetta del Monviso un'inaspettata e splendida gemma. Qui mi fermo, ogni volta rapito dal paesaggio tutto intorno a me. Ricordo, come già osservavano i pittori impressionisti, i modi in cui il paesaggio cambia a seconda delle stagioni e dei diversi momenti della giornata. Per un animo romantico come il mio, il momento più bello è verso il tramonto, quando il sole scende a ovest dietro al Monviso e illumina di luce calda la città, i profili delle torri e dei campanili, fino alla collina sullo sfondo.

Rivoli copertina

Belvedere dal Castello di Rivoli

Ristorato dalla pausa sul belvedere, riprendo il cammino ideale lasciando alle mie spalle il Museo di Arte Contemporanea, che ha dato nuova vita all’intero complesso monumentale, grazie al progetto di ristrutturazione firmato dall’architetto torinese Andrea Bruno e inaugurato nel 1985.
Che bella la collina di Rivoli, con i suoi viali e le panchine affacciate verso la Valle di Susa, dominata dal profilo perfetto del Rocciamelone e dalle Alpi a confine con la Francia. Ed ecco che una nuova emozione mi torna alla mente, rivivo la meraviglia che provai la prima volta che ebbi modo di osservare questo paesaggio a inizio dicembre di qualche anno fa, quando la cima innevata del Rocciamelone mi apparve da questa nuova prospettiva. Unica!

Mi trovo a riflettere su come lo skyline delle nostre Alpi sia fondamentale nel formare l’identità paesaggistica in cui ci riconosciamo. Già, perché il Rocciamelone, così come il Gran Paradiso, il Rosa, il Monviso e altre cime altrettanto maestose circondano il Piemonte, da est a ovest, e appaiono sempre diverse a seconda della prospettiva da cui le stiamo ammirando; anche loro, come la vegetazione, cambiano a seconda della stagione in cui le osserviamo, e ogni piccola trasformazione momentanea, anche solo l'increspatura di una nuvola, è un inestimabile arricchimento per le vedute che si susseguono.

Un tempo le Alpi erano perennemente innevate – meno in estate, certo, ma comunque bianchissime in inverno. Con i cambiamenti climatici non è più così. In molte delle stagioni appena trascorse sono apparse con poca neve, brulle e gialle, magari in preda ai fumi degli incendi che periodicamente nella stagione più secca, ma non più solo in inverno, scoppiano per mano dell’uomo.

Per fortuna, oggi non è così. La neve è arrivata abbondantissima lo scorso novembre, donando alla Valle di Susa dei contrasti di colori splendidi nelle corte giornate autunnali. Ed è ritornata, pochi giorni fa, all’inizio di questa stranissima primavera del 2020, a farci compagnia quasi sino in città.

Foto 5 San Giorio Castello 2

Castello di San Giorio

Mentre sono ancora immerso nei miei pensieri, la mente corre all’estate scorsa, quando ho percorso in tutta la sua lunghezza l’anfiteatro di Rivoli sino a Trana a piedi, lungo le strade sterrate che attraversano la collina in lungo e in largo. Venti chilometri nel fitto nella natura, tra folti boschi, campi coltivati a mais, laghetti artificiali, frutteti e massi erratici.
Come vorrei poter uscire anche oggi... Mi accontento del privilegio di restare in casa, a guardare dalla finestra questo splendido paesaggio.

 

 2 aprile 2020

Testo e foto di Alfredo Visentini
funzionario del Settore Territorio e paesaggio, esperto in pianificazione paesaggistica

 

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