Un maestro dell’urbanistica italiana, Roberto Gambino, è mancato all’età di 84 anni.
Architetto e urbanista, fu chiamato al Politecnico di Torino come Professore Ordinario nel 1981; qui proseguì la sua attività di ricerca applicata, coordinando gli studi per piani territoriali e paesaggistici e piani dei parchi, con un approccio territorialista e attento alla dimensione patrimoniale. “Conservare Innovare. Paesaggio ambiente e territorio” (1997) ha segnato la cultura italiana nel campo. Tutti i suoi lavori hanno rappresentato sperimentazioni di nuovi temi e approcci: i piani dei parchi (il Po torinese, 1995, poi Cilento, Monti Sibillini…), i piani territoriali e paesaggistici (Val d’Aosta 1998, Piemonte 2009), ma anche i più lontani piani urbanistici e per i centri storici (Casale Monferrato, Asti). Un gruppo storico di collaboratori, tra cui la figlia Raffaella, ne prosegue l’attività professionale.
Presidente dell’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici – Sezione Piemonte e Valle d’Aosta e membro attivo della Giunta Nazionale, Socio Onorario SIU, contribuì al recepimento della Convenzione Europea del Paesaggio anche attraverso la fondazione delle reti europee RECEP-ENELC e UNISCAPE. Fondatore del Centro Europeo di Documentazione della Pianificazione dei Parchi Naturali, attivo in gruppi di lavoro IUCN sui paesaggi protetti, a “Parchi e paesaggi d’Europa” dedicò anche la sua Lectio Magistralis nel 2009.
Professore Emerito di Urbanistica, fu tra i promotori delle nuove classi di laurea in Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale, fondando e presiedendo l’omonimo corso di studi al Politecnico di Torino dal 2001. Per la Regione Piemonte, tra le varie attività di collaborazione, coordinò la formazione del complesso apparato conoscitivo del Piano paesaggistico regionale.
Probabilmente amerebbe essere ricordato per le sue imprese nel canottaggio e nell’alpinismo, che praticò per tutta la vita.
Claudia Cassatella
Giovanni Paludi
A noi della redazione piace rendergli omaggio suggerendo la lettura della sua Lectio Magistralis.