Con una serie di incontri organizzati dalla Regione Piemonte nelle province piemontesi è stato presentato agli enti locali, ai tecnici, agli ordini professionali e alle associazioni di categoria il Piano paesaggistico regionale recentemente approvato dal Consiglio Regionale.
L’iniziativa ha permesso di continuare il confronto sul tema fondamentale della tutela e valorizzazione del paesaggio che trova in questo strumento di pianificazione le regole per assicurare uno sviluppo sostenibile della regione.
Gli uffici regionali, nelle presentazioni, sono stati affiancati dai Soprintendenti competenti per territorio del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e Turismo e tutti gli incontri sono stati introdotti dall’Assessore all'Ambiente, Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Alberto Valmaggia.
A poco meno di venti anni dalla Conferenza nazionale del Paesaggio del 1999, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha lanciato a ottobre l’iniziativa specifica “gli Stati Generali del Paesaggio” come occasione di riflessione e di approfondimento sul futuro delle politiche paesaggistiche in Italia. Da più parti si è sottolineato come l’approvazione del Piano paesaggistico regionale significhi il raggiungimento di un traguardo importante: il Piemonte, infatti, è la terza regione italiana a dotarsi di questo strumento previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. Il Piano rappresenta quasi una carta costituzionale del paesaggio, che trova il suo fondamento nell’articolo 9 della Costituzione italiana, attraverso il quale si tenta di superare la visione puramente vincolistica e la dicotomia presente tra urbanistica e paesaggio. Per la prima volta sono posti i valori culturali del paesaggio quale fondamento dell’identità dei luoghi e come elemento determinante le linee di sviluppo urbanistico ed edilizio date per ciascun ambito di paesaggio, anche in applicazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio e della “Convenzione di Faro” del 2005 in merito al valore del patrimonio culturale per la società. La forma del paesaggio piemontese è essenzialmente antropica, originata e modificata dall’uomo; il Piano paesaggistico ha riconosciuto queste componenti di lunga durata che rappresentano elementi identitari dei luoghi. Il paesaggio è anche determinato da aree il cui valore paesaggistico non risulta come elemento caratterizzante, che dovrebbero essere sottoposte a progetti di riqualificazione. La tutela del paesaggio deve oggi partire dal basso con il coinvolgimento diretto dei cittadini, in quanto il paesaggio è un bene comune: si deve arrivare al concetto della pianificazione concordata, che comprende sia l’urbanistica che gli aspetti paesaggistici.
Il ciclo di incontri di presentazione del Piano paesaggistico è stato caratterizzato da una notevole affluenza di pubblico, che si è dimostrato interessato all’argomento; i funzionari, i tecnici, i rappresentanti delle istituzioni, gli ambientalisti e i singoli cittadini hanno potuto intervenire direttamente al termine delle presentazioni formulando specifiche richieste ai relatori in merito a argomenti su aspetti tecnici legati all’iter di adeguamento degli strumenti urbanistici vigenti e sul rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche.
L’Assessore Alberto Valmaggia ha sottolineato come il piano paesaggistico rappresenti un salto e un cambiamento culturale nella tradizionale visione dell’urbanistica, e ha posto l’attenzione sull’esigenza di organizzare, in collaborazione con i rappresentanti degli ordini professionali, uno specifico percorso formativo sul piano paesaggistico, che potrà servire anche quale occasione di formazione specifica per i tecnici che vorranno fare parte delle Commissioni Locali per il Paesaggio.
Alfredo Visentini