Salta al contenuto principale

XVI Congresso nazionale dottori agronomi e dottori forestali

Il Congresso, che si è articolato in forum tematici e in sedi diverse, prosegue lungo la traccia già seguita negli anni scorsi: in occasione di ogni appuntamento nazionale si è sviluppato un tema specifico confrontandosi direttamente con gli iscritti, il mondo accademico, le Istituzioni, le varie forme associative del mondo ambientalista e non, gli imprenditori e i consumatori, nel tentativo di stabilire un linguaggio comune e verificare le tendenze evolutive della professione.

Il forum 1 aveva come tema “Suolo, biodiversità e paesaggio: capitale naturale per un governo del territorio sostenibile e duraturo”.
Ma che cos’è il Capitale Naturale? Quanto vale? Quanto dura? Chi lo ha utilizzato? Quanto lo abbiamo trasformato? Quanto ne rimane? Si riproduce? Quali sono le sue componenti? Sono solo alcune domande poste all’inizio del convegno per capire che esso è lo strumento attraverso il quale si applica e si misura lo sviluppo sostenibile.
I lavori sono stati aperti da Donatella Porzi, Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria e dal moderatore Antonio Brunori, nella sua duplice veste di giornalista e dottore forestale.
Si sono quindi susseguiti vari interventi, che hanno avuto come comune denominatore il citato concetto di Capitale Naturale, sviluppato nelle sue varie implicazioni, economiche, ecologiche, paesaggistiche, anche a seguito della stesura del primo rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia, previsto dalla L. 221/2015. Alcuni relatori, infatti, hanno partecipato direttamente ai lavori del Comitato per il Capitale Naturale per la redazione del rapporto che raccoglie le informazioni inerenti lo stato di conservazione di acqua, suolo, aria, biodiversità ed ecosistemi al fine di sperimentare un modello di valutazione economica dello stesso.
Altri temi fondamentali sono emersi: ad esempio, come riuscire a dare un giusto valore economico alla natura, sulla traccia degli assunti discussi dalla Conferenza di Rio + 20 del 2012 per la capitalizzazione del capitale naturale e dall’Agenda 2030, con i suoi diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile.
Nella relazione di Carlo Blasi è stata focalizzata la tematica del pagamento dei servizi ecosistemici agli agricoltori e si è trattato delle zone interne e periferiche, dove occorre fare emergere un’agricoltura multifunzionale. I Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (PES) rappresentano una innovativa e concreta opportunità per favorire uno sviluppo sostenibile e anche un sostegno a forme di coltivazione affiancate alla gestione delle risorse paesaggistiche e ambientali. Essi sono stati per la prima volta inseriti a livello istituzionale nel cosiddetto “Collegato ambientale” alla L. 221/2015.
Altri interventi dei relatori (Mauro Tiberi, Giuseppe Corti) si sono incentrati sul tema del suolo indagato nelle sue componenti pedologiche e sulle ancora scarse conoscenze dell’azione di assorbimento dei suoli nei confronti della CO2. In sei mesi è emerso che, in piena crisi economica, sono stati ancora consumati circa 50 chilometri quadrati di suolo in Italia (dati ISPRA) mentre, a causa del cambiamento climatico in atto, l’Italia soffre di una grave e perdurante carenza idrica che incide pesantemente sull’ambiente e innesca gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, accelerando l’erosione del suolo con conseguente perdita della sua struttura originaria più fertile e desertificazione di intere porzioni di territori. Si è sottolineato ancora che, mentre alcune tematiche vengono facilmente comprese dalla popolazione, altre, quali la biodiversità, sono di difficile comunicazione, come sottolineato da Gianluca Cipollaro.
Alfredo Visentini ha introdotto il tema del paesaggio rurale, inteso secondo l’accezione fondamentale di Emilio Sereni (1961) “…quella forma che l’uomo, nel corso dei secoli ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale…” e ha illustrato come, nel Piano paesaggistico regionale piemontese, esso sia trasversale alle altre tematiche e particolarmente studiato nei suoi diversi aspetti. Infatti in Piemonte esso è stato indagato nelle sue componenti storico-culturali, percettive e più squisitamente naturali, determinando la presenza di molteplici paesaggi rurali degni di conservazione e patrimonio dell’identità paesaggistica regionale. Ha anche posto l’accento sul fenomeno della trasformazione dei paesaggi, presentando una rapida sequenza di esempi tratti da diverse località del paesaggio rurale piemontese.
Marco Devecchi ha tratteggiato l’evoluzione normativa subita dal paesaggio negli anni, a partire dalla Convenzione europea del paesaggio sino alle ultime dichiarazioni di notevole interesse pubblico emanate dalla Regione Piemonte, esempi virtuosi per la condivisione che ha caratterizzato a tutti i livelli l’iter del procedimento amministrativo.
Il forum si è concluso con gli interventi di Antonio Nicoletti, che ha richiamato l’attenzione sul consumo di suolo e sulle petizioni lanciate dal mondo ambientalista sull’argomento, e di Diego Zurli, che ha accennato ad alcuni esempi tratti dalle ultime esperienze di pianificazione, domandandosi se l’urbanistica rappresenti ancora una corretta scienza per affrontare tutte le complesse tematiche ambientali emerse in questi anni.

Alfredo Visentini