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Alla scoperta dei paesaggi rurali storici | La Baraggia vercellese e biellese

Prosegue il nostro viaggio per i paesaggi rurali storici del Piemonte: approfittando delle lunghe giornate primaverili, ci spostiamo nella pianura ai piedi delle Prealpi biellesi e dei primi contrafforti della Valsesia vercellese, nella zona della Baraggia, individuata nel Catalogo nazionale dei paesaggi rurali.

La Baraggia è ampiamente rappresentata all'interno del Piano paesaggistico regionale. La scheda d'ambito dedicata è la n. 23, "Baraggia tra Cossato e Gattinara" (pp. 147 ss.). L'area è assoggettata a tutela paesaggistica tramite un cosiddetto "Galassino", la "Dichiarazione di notevole interesse pubblico delle aree della Baraggia Vercellese ricadenti nei Comuni di Masserano, Brusnengo, Roasio, Lozzolo, Gattinara, Lenta, Rovasenda e Castelletto Cervo" (Catalogo dei Beni paesaggistici del Piemonte – prima parte, pp. 528 ss.). Il provvedimento ne riconosce il valore in quanto "si tratta di zone residue da vaste coltivazioni di riso. L’ambiente è costituito da boschi più o meno radi di querce, betulle, carpini, pini silvestri, etc., che un tempo colonizzavano i terrazzi che ornano i margini della pianura piemontese da Biella fino al Ticino. Il paesaggio, la vegetazione, la fauna hanno caratteri unici per le particolari condizioni ambientali, in particolare la presenza di paleosuoli formatisi durante gli interglaciali. L’interesse della Baraggia è quindi legato alla presenza degli ultimi relitti di vegetazione naturale e di boschi presenti nella pianura Padana, ai particolari aspetti paesaggistici e all’esistenza di entità botaniche e faunistiche particolarmente rare. Nella Baraggia vercellese sono inoltre presenti importanti siti archeologici”.

Dal punto di vista normativo, la Baraggia rientra tra le "Aree rurali di specifico interesse paesaggistico" (articolo 32 delle Norme di Attuazione del Piano, pp. 49-50), in quanto le risaie sono riconociute quali "sistemi paesaggistici rurali di significativa omogeneità e caratterizzazione dei coltivi".

La Baraggia figura inoltre tra i contesti territoriali cartografati da ISMEA (l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), che sta contribuendo, tramite Arpa Piemonte, a un progetto finanziato dalla Rete Rurale Nazionale, la mappatura su Google Maps dei paesaggi rurali storici piemontesi e la loro valorizzazione sotto gli aspetti ambientali, sociali, didattici e culturali, per attuare strategie di tutela in modo organico.

La difficoltà di questo periodo a intraprendere lunghi viaggi fornisce l’occasione per scoprire o guardare con nuovi occhi le eccellenze presenti sul nostro territorio, imbattendosi anche in una fauna e una flora di raro pregio naturalistico, peculiari solo di queste zone. La Baraggia è un raro esempio di "savana" piemontese, nella quale convivono armoniosamente risaie, boschi, fiori rari e colorati, ovini al pascolo e numerose cicogne. Per saperne di più, proseguite qui.

Maggio è uno dei mesi migliori per apprezzare il tipico paesaggio delle risaie, che in questo periodo sono allagate. Sebbene si trovino appena a un’ora di strada da Torino, sono ambienti che donano al visitatore la sensazione di un ecosistema un po’ al di fuori del tempo e dello spazio. Grazie alla paziente opera di risicoltori attenti non solo agli aspetti colturali, ma anche alla tutela dell'ambiente e del territorio, la bellezza di questo paesaggio riesce a perpetuarsi attraverso il passare dei decenni. Proseguite qui per ascoltare la voce dei protagonisti di questa vera e propria rivoluzione sotto il segno del biologico.

Per la salvaguardia di questo paesaggio, il Piano paesaggistico regionale, nell'Allegato B alle Norme di Attuazione, traccia linee d'azione coerenti con le iniziative descritte nelle interviste: dalla "promozione di buone pratiche agricole per il miglioramento dell’ecomosaico", tramite "orientamenti agronomici per rendere la risicoltura meno impattante, recupero delle connessioni della rete ecologica, riduzione dell’inquinamento delle falde", alla "conservazione e ripristino delle alberate campestri, radicate lungo corsi d’acqua, fossi, viabilità, limiti di proprietà e appezzamenti coltivati, per l’elevato valore paesaggistico e naturalistico e per il ruolo di fascia tampone", alla "promozione e valorizzazione dei prodotti tipici e l'incentivazione all'utilizzo delle buone pratiche agricole".

La Baraggia è, insomma, un paesaggio eminentemente culturale, ossia il prodotto della commistione tra elementi naturali e azione antropica. Ancora oggi, su questo sfondo di bellezza si sviluppano importanti iniziative culturali ed educative a favore della collettività, grazie alla cui partecipazione è possibile proseguire nella conservazione virtuosa del territorio. Ve ne presentiamo alcune qui.

Tra queste, particolarmente meritevole di attenzione è il progetto pilota Paesaggi di Comunità, che ha organizzato, il 15 maggio scorso, un interessante corso di formazione per giornalisti e guide turistiche e naturalistiche dal titolo "Paesaggio rurale: raccontare il territorio a chi lo deve raccontare". Ne abbiamo approfittato per parlare anche di Paesaggiopiemonte...